giovedì 27 aprile 2017

Tempo da lupi ma solo per chi si arrende

Sostiene Aldo Rock "NON ESISTONO CONDIZIONI METEO SFAVOREVOLI MA SOLO ATLETI ARRENDEVOLI". Non sempre questa affermazione si può prendere alla lettera ma nella maggior parte dei casi ci sta.
Molto spesso basta mettersi un pochino in discussione, azzardare per poi venire premiati dal caso stesso. Così è successo sia ieri sera con l'appuntamento del mercoledì di corsa a Tavagnacco che stamattina con Quelli del Cappuccino a Feletto.

 Ci siamo ritrovati in piazza a Tavagnacco come al solito alle 19.15 per partire alle 19:30. Eravamo solo in 4: Oscar, Milena, io e un nuovo amico (almeno per me) Francesco Carbone. Partiti in direzione nord lungo la ciclabile, piovigginava ed ha continuato a farlo sino alla fine senza però infastidirci più di tanto. A scandire il passo è stata in larga parte Milena che ha saputo portarci con un bel ritmo in crescendo. Alla fine tra un CIAF CIAF e l'altro il buon Francesco si è ritrovato a correre il suo allenamento più veloce di sempre.
 Molto simpatica la foto fattaci dall'alto da Marco Moro prima della partenza.
Situazione molto simile stamattina, di nuovo ci siamo ritrovati in 4 con Oriana, Giulia, Cristina ed io ad affrontare la nostra camminata veloce del giovedì.
Ci muoviamo in direzione Colugna per poi prendere la strada che porta alla vecchia stazione del tram. Il cielo è coperto ma fino alla fine rimarrà tale senza altro peggioramento.
Avevo provato questo giro con l'obiettivo di renderlo lungo il giusto per poter transitare attraverso un piccolo parco che ho conosciuto la scorsa settimana. Si tratta di un piccolo gioiellino che si trova immediatamente a nord dell'ospedale di Udine, prima era un vivaio quindi ci sono tante piante, la maggior parte di alto fusto. E' attrezzato abche con panchine quindi immagino che in estate possa essere anche fruibile per godere di un po' di ombra.


 Usciti da questo Parco guido le donne verso il passaggio verso l'Area verde Anna Franck e quindi rientriamo verso Feletto. Camminata molto intima ma assai allegra...e speriamo che il ritorno del bel tempo riporti i camminatori del giovedì a tornare numerosi.

mercoledì 26 aprile 2017

Ritorno al MAGRAID

Rinuncio al Passatore, la decisione è ormai presa.
Nelle previsioni della stagione primaverile la 100 km del Passatore sarebbe dovuta essere la gara più importante, quella sulla quale finalizzare la preparazione.
L'evoluzione delle cose ha voluto che la condizione di Milena e mia maturasse parallelamente in funzione della maratona per cui abbiamo deciso di assecondare ricercando il risultato. Questo benedetto risultato è giunto per lei alla Maratona di Russi con quel fantastico 3:16 e per me a Padova con quell'altro inatteso 3:07.
Questo ha significato sacrificare ogni possibile allenamento pro-Passatore e quella 100 km è una gara da rispettare, un percorso che va preparato ed affrontato con coscienza. Sarà per una prossima volta.





In questi giorni invece è maturata l'idea di affrontare una gara che io già conosco per averne preso parte nel 2009 ed essere anche riuscito a conquistare la prima posizione assoluta.
Sto parlando del

gara in tre tappe di 20, 55 e 25 km tra venerdì pomeriggio e domenica mattina che si corrono tutte nei Magredi della zona di Cordenons, una specie di steppa che si espande comprendendo anche i fiumi Cellina e Meduna.


Difficilmente nel mese che ci separa dalla gara riusciremo a prepararci per bene ma sono certo che sarà una splendida esperienza anche perchè incontreremo tanti amici con i quali abbiamo condiviso tante avventure. 







martedì 25 aprile 2017

Marcia di Redipuglia...25 km di cammino al sole

Cercavamo il sole in questa giornata che prometteva pioggia a Udine. Ci siamo impegnati e lo abbiamo trovato, allora perchè non goderne al massimo?
Il nostro appuntamento sportivo per questa giornata di Festa Nazionale è fissato a Redipuglia dove sorge il Sacrario dei Caduti della Grande Guerra. Oggi ricorre la Festa della Liberazione dal nazi-fascismo, una ricorrenza che sia io che Milena condividiamo appieno.
Qui si svolge da tantissimi anni questa Marcia non competitiva che più volte entrambi abbiamo corso.

 Si parte ai piedi del Sacrario e non può mancare una foto tanto per cominciare. Oggi abbiamo deciso che cammineremo scegliendo strada facendo il percorso di 13 o 25 km a seconda del nostro stato quando troveremo il bivio. Abbiamo bisogno di far riposare le gambe ancora affaticate dalla Maratona di Padova corsa appena 48 ore prima.
 Conosciamo bene il percorso che si snoda tutto sul Carso, non presenta particolari asperità se non un terreno sconnesso e tratti di pietraia.
 L'unica vera salita la troviamo subito in partenza ed è assai suggestiva perchè ci sono tanti camminatori e diversi podisti nonostante noi siamo partiti molto tardi.
 Milena è in tenuta decisamente estiva invece io ho optato (sbagliando) per un pantalone lungo.
Si succedono sentieri, strade sterrate e qualche raro tratto di asfalto.
 Numerosi sono i segni che ci ricordano che su queste alture mostri nostri "nonni" hanno sacrificato la vita per riunificare l'Italia.

 La nostra camminata prosegue spedita nonostante Milena abbia qualche fastidio dovuto ancora alla caduta in bici. Al bivio dei due percorsi non c'è bisogno di parlare perchè entrambi prendiamo senza dubbio il tracciato di 25 km.
Un grande ringraziamento va agli amici che hanno organizzato in modo impeccabile questa Marcia sotto tutti i punti di vista, indicazioni, ristori, assistenza.

 Incrociamo più volte indicazioni di sentieri CAI  ed altri circuiti che prendono spunto spesso dai ricordi della Grande Guerra.
 Durante i 25 km di percorso siamo transitati solo per due paesi, Marcottini e Doberdò del Lago.

 La flora rigogliosa e verde ci ha fatto compagnia per quasi tutta la marcia tranne in un pezzo dove a farla da padrone erano le rocce. Non sono mancati tanti fiori e arbusti in fiore.


















 Assai suggestivo il passaggio nelle trincee.

Alla fine abbiamo anche incontrato un bel gruppo di amici asini

...per concludere la nostra splendida domenica in cima al Sacrario prima di scendere al punto di arrivo.

 Quasi 25 km camminati ad un passo assai spedito in 3:50

lunedì 24 aprile 2017

Maratona di Padova da urlo

Azzardare ogni tanto è il sale dello sport. Ritorno a correre la Maratona di Padova dopo alcuni anni e mi ritrovo con una partenza ed un percorso diversi. La sostanza rimane intatta, difficoltà altimetriche nulle a parte qualche sottovia, lunghi rettilinei e arrivo straordinario che io considero il più bello delle maratone italiane in Prato della Valle.
Avevo concordato con Milena che dopo tante gare corse fianco a finaco oggi me la sarei presa per me, per vedere cosa sono in grado di fare, senza escludere che poi alla fine ci saremmo ritrovati a terminare assieme in quanto le mie condizioni di forma sono un punto interrogativo assoluto.
Per fortuna gli acciacchi sono andati tutti via ma mi alleno pochissimo, quasi nulla, 1 volta a settimana e lentamente.
 Affronterò quindi questa mia Maratona di Padova con la testa di un esordiente contando nella memoria muscolare delle mie gambe che forse ancora ricordano come si corre. Prima della partenza incrociamo tanti amici conosciuti in questi 25 anni di corse, è sempre un gran piacere rivederli e immortalare in uno scatto gli amici milanesi tra i quali Paolo Cova e Chiara Morselli sempre tanto generosi di commenti nei miei confronti.
Eppoi Monica Francioso e il suo coach Edi Okan che con le sue tabelle d'allenamento e di motivazione l'ha portata a ritornare sulle strade della maratona dopo diversi anni. E' stato un vero regalo rivedere il suo sorriso pieno di serenità.
Senz'altro non posso dimenticare Francesco e Renzo De Filippi leccesi come me (e compagni di squadra) che con padova hanno un rapporto particolare tanto che Renzo può vantare più presenze di me in questa gara.
 Ma veniamo alla mia gara che descriverò in sintesi con flash.

- Partenza molto bella all'interno dello stadio Euganeo, sono piazzato nelle prime file, perdo pochissimi secondi e prendo subito un ritmo sollecito, forse anche troppo. Oggi non so proprio come correre, mi affido esclusivamente alle sensazioni del momento. Individuo un amico dei tempi d'oro, Martino Massignani e decido di recuperare il gap che ci divide per stare un po' insieme a lui. Si va benino senza guardare il cronometro e parlando dei vecchi tempi. Ci facciamo prendere un po' la gamba per cui ci scappa qualche lap a 4'14'' decisamente eccessivo.
- transitiamo attraverso tanti paesini e frazioni; in tutti ci sono gruppi musicali  o di altro tipo di intrattenimento ai lati della strada che incitano. Solo sulle strade del Veneto si riescono a vedere queste cose in Italia.
- passaggio al 10° km in 43:30 con ben 1 minuto e mezzo di margine rispetto alla previsione iniziale di correre a 4.30.
- sento le gambe che vanno ma decido comunque di staccarmi da Martino che va un tantino più forte.
- passaggio alla mezza in 1:32' netti. mi chiedo se oggi non abbia fatto una clamorosa cazzata e temo una esplosione clamorosa dopo il 30° km...dopotutto non posso non ricordare che l'ultima volte che ho corso a questi ritmi risale a 3 anni fa.
- fino al 25° km tutto ok. a questo punto incrociamo e prendiamo la stessa strada con i concorrenti della mezza. Naturalmente in questa prima fase ci sono i più lenti e meno predisposti a comprendere che chi giunge da dietro (ed a maggiore velocità) vorrebbe trovare un varco libero per infilarsi.
- il 26° km infatti è molto lento rispetto ai precedenti.
- decido di fare il cattivo, non posso permettere che mi rovinino la festa...mi faccio largo prendendo la parte sinistra della strada gridando HOP HOP e laddove qualcuno/a non si sposta con qualche spintone.
- comincio a sentire la fatica, ora fa anche assai caldo e ad un ristoro scippo la spugna dalle mani di una ragazza che stava per prenderla da un assistente...non andrò certo all'Inferno per questo.
- mi perdo quasi tutti i cartelli, troppa gente per strada, guardo il mio Garmin che mi dice che sono tanto veloce e la prospettiva di un tempo clamoroso si avvicina.
- il passaggio al 30° km segna una svolta. Ho rallentato senza accorgermi, la fatica si fa sentire. Ora bisogna far uscire fuori il Margantonio maratoneta esperto, dovra essere la testa a prevalere sulle sensazioni che le gambe trasmetteranno al cervello. Devo gestire il rallentamento, pormi degli obiettivi, inseguire qualcuno.
- il ritmo passa in pochi km dai 4:15 ai 4:40...chi è maratoneta intuisce che non si tratta di un crollo clamoroso ma di un passo totalmente diverso, manca la spinta è solo un trascinarsi.
- 37° km in 4:47'' ed è il peggiore. Faccio un po' di conti...5 km devo correrli in meno di 24 minuti. Le gambe ora non hanno alcuna importanza sarà la mia testa a imporre il ritmo. Martino che avevo superato mi è di nuovo davanti ed insieme a lui un altro paio di podisti che avevo superato.
- ormai siamo dentro Padova, inizia il tratto di strada con acciotolato, solo ai margini c'è un piano liscio ma è occupato dai podisti della Mezza che in questo momento sono più lenti di me.
- gli ultimi 3 km sono da fare a tutta.
- la svolta c'è stata, viaggio nuovamente intorno ai 4:30...il grande risultato sta per concretizzarsi.
- ingresso in Prato della Valle, diverso da quello degli anni precedenti, il tratto da percorrere all'interno della Piazza è più lungo, poco male, maggiore sarà la gloria.
- 200 metri finale nei quali mi concedo anche un leggero rallentamento per arrivare sorridente all'arrivo a braccia alzate.
3:07:32
un tempo che non realizzavo da oltre 3 anni. Mi sono fatto un gran regalo ed ho ripreso la consapevolezza che se la salute mi assiste non sono ancora un maratoneta finito. Correre una maratona a 4:26 al km senza allenamento è una vera impresa, non potrà durare ma intanto prendiamo questo risultato.
Attendo l'arrivo di Milena che oggi aveva anche problemi fisici dovuti alla caduta in bici. Porta a termine anche lei la gara con un tempo eccezionale, 3:20:33 che la colloca in cima alla classifica della sua categoria FM 50 e che conferma che in questo momento in Italia è ai vertici di questa categoria.

venerdì 21 aprile 2017

Gomme nuove x il mio Diesel


Confermo la mia fedeltà alla Saucony, accade da diversi anni ormai, con pochissime eccezioni. La mia "pusher" di scarpe stavolta mi ha proposto un nuovo modello, o meglio, un nome nuovo per me: ZEALOT.
Appena me le ha presentate si è instaurato subito feeling xkè arancione è il mio colore preferito. Le ho calzate e sembravano fatte per me. Ne ho provate altre ma decisione era ormai presa. Sotto allego la recensione che effettivamente avvince...ne verificherò la veridicità. È molto probabile che le usi già domenica in gara.
Per la cronaca 90 euro in quanto in offerta al 50%.

La Zealot è un paradosso di Saucony. Leggerezza e flessibiità pura, per una scarpa pensata con un differenziale di soli 4 mm, per fare il verso ai modelli Natural e alle scarpe da gara più spinte, ma con un’ammortizzazione che è quasi pari a quella della della Ride. Con i suoi 235 grammi di peso viene da chiedersi: Scarpa da gara o da allenamento? Propenderei per la prima ipotesi. Guardando al resto della collezione, inserirei questo modello tra la Kinvara, icona dello stile Natural, e la Ride 8, scarpa da allenamento quotidiano molto leggera e dinamica.
L’intersuola è in Powergrid+, l’ultima generazione delle mescole di Saucony. Si tratta di un’Eva leggerissima e molto ammortizzata, che consente di lavorare con spessori più bassi rispetto al passato, pur mantenendo un buon livello di ammotizzazione. L’anteriore risulta molto ben ammortizzato con i 21 mm di spessore dell’intersuola, contro i 25 mm della talloniera, questo la rende più adatta a chi ha un appoggio più avanzato. Si pensi che la BreakThru ha uno spessore nell’anteriore di soli 15 mm (la Kinvara ne ha 18mm). La tomaia è molto simile a quella di Kinvara, con poche imbottiture al collare e alla linguetta e uno stile davvero Natural, più ispirato alla libertà e alla flessibilità totale che al contenimento.
E’ la scarpa giusta per chi cerca una falcata più libera e una corsa con un appoggio più incentrato su mesopiede e avampiede. Quasi una pantofola, che per la sua natura è più adatta ai runners neutri medio-leggeri e dalla tecnica di corsa efficace.

giovedì 20 aprile 2017

Doppietta: corsa il mercoledì e cammino giovedì con QDN


"Ma ti diverti a correre a 6' 15'' al km o a camminare dopo aver corso per tanti anni forte?". Questa è la domanda che spesso mi viene posta da amici podisti che mi hanno conosciuto negli anni in cui mi esprimevo sempre al massimo in gara ma anche negli allenamenti al Parco del Cormor o per le vie della periferia udinese.
La mia risposta è: "SI, mi diverto assai, all'inizio è stata dura convincersi ma ora ho raggiunto un compromesso con il mio corpo (le gambe in particolare) per cui allenandomi poco riesco comunque a tirar fuori buoni risultati.
Camminare a lungo mi soddisfa assai, farlo in compagnia mi gratifica addirittura. Vedere i sorrisi di tanti amici, il loro entusiasmo per un gesto che potrebbe ritenersi scontato mi fa sentire parte di un gruppo che vuole costruire salute.
 Percorrere sentieri e strade sconosciute ai più anche se a poca distanza dalla propria abitazione mi fa sentire quasi come un esploratore, ogni volta che riesco a scoprire anche 200 m di sentiero inesplorato da inaugurare è un successo...esagerazione? Per mè è questo.
 Cosa pensare poi del raglio di un asino che a suo modo saluta il nostro passaggio...in verità non sempre è ben disposto ma stamattina per esempio lo era. Noi, Quelli del cappuccino gli siamo grati.
 Eravamo in 35 per la nostra consueta camminata del Giovedì (30 donne e 5 maschi) guidati dai fari me medesimo, Oriana e Valentina.

Ci siamo diretti verso Tavagnacco percorrendo in senso opposto il tracciato e transitando quindi in discesa per il boschetto limitrofo alla ippovia e risalendo poi verso il cimitero e il centro di Tavagnacco.

In testa al gruppo, al mio fianco Cristina B. con l'instancabile "ciarliera" Alessia, Loredana e la rediviva Michelina tornata dopo qualche settimana di assenza. In coda Oriana e Valentina a stimolare per tenere compatto il gruppo ed accompagnarlo fino in piazza per la solita foto finale.

Percorsi 7,42 km al ritmo di 10'41'' al km

 Altrettanto gratificante era stata la corsetta di ieri sera con Quelli del mercoledì, iniziativa che ha voluto fortemente Oscar che consente di godere dei sentieri intorno al Cormor partendo da Tavagnacco alle 19.30.

 Il ritmo impostato è di 6'15''...medio naturalmente anche perchè si alternano continuamente tratti di salita e discese seppur non ripidi. Ieri sera eravamo in dieci nonostante la sera fosse freschetta e soprattutto con vento che infastidiva.
 E' sempre un piacere condividere la corsa con Oscar, amico e compagno di squadra di vecchissima data. Così chiaccherando con al fianco anche Milena i km sono scivolati molto tranquillamente. Verso metà percorso sono arrivate un paio di salite più impegnative che hanno fatto selezione, ho arretrato leggermente per sostenere ed accompagnare Barbara ed un altro amico leggermente attardati. La nostra azione si è concretizzata con il ricongiungimento sull'ippovia dove il gruppo ha proseguito compatto. Grande ammirazione per Teresa che indomita con il suo passettino riesce sempre ad essere presente e domenica affronterà la dura Ecomaratona del Collio per la quale faccio i miei migliori auguri.

Tornando alla domanda iniziale...se non bastano queste ragioni prossimamente ve ne fornirò altre.